Geografia Italia Territorio Storia Economia della Campania.

CArtina della Campania

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Il territorio.

Nei Campi Flegrei, ad esempio, si hanno le cosiddette "fumarole", che emettono vapore acqueo e idrogeno solforato insieme con anidride carbonica (la solfatara di Pozzuoli emana vapore acqueo e gas ad una temperatura di 162 gradi). Ad Agnano si ha l'emissione di acque termali, e così pure dal Roccamonfina. I fenomeni vulcanici più famosi e violenti sono senza dubbio quelli dovuti al Vesuvio, attualmente in fase di quiete. La sua prima eruzione ricordata dalla storia è quella terribile del 79 d.C. che seppellì le città di Pompei, Stabia ed Ercolano. Altre tremende eruzioni si verificarono nel 1631 e nel 1794, quando fu quasi sommersa Torre Annunziata. L'ultima eruzione del vulcano risale al 1944. Comunque le eruzioni maggiori del Vesuvio storicamente conosciute sono un centinaio. All'attività vulcanica si collega l'attività sismica della zona, che fa della Campania una delle zone d'Italia più soggette a terremoti. Altro fenomeno, collegato al vulcanismo della Campania, è il bradisismo, che interessa in particolare la cittadina di Pozzuoli. Il fenomeno consiste in un lento movimento della crosta terrestre che s'innalza e si abbassa. Queste oscillazioni sono dovute alla presenza di magma liquido nel sottosuolo dei Campi Flegrei. I fiumi principali della Campania sono il Volturno e il Sele. Il Volturno nasce nel Molise dal Monte della Rocchetta e sfocia nel Tirreno a Nord di Napoli, dopo un percorso di 175 km. È il settimo fiume italiano per lunghezza e si può considerare il fiume più importante dell'Italia meridionale. Il Sele nasce da Caposele e sfocia nel Tirreno a Sud di Salerno dopo un percorso di 73 km. Affluenti del Sele sono il Calore e il Tanagro, che nascono entrambi dal monte del Cilento. Dalle sorgenti del Sele parte l'acquedotto pugliese. Altro fiume di una certa importanza è il Garigliano, che segna il confine con il Lazio. Su quasi tutto l'Appennino Campano vi è grande scarsità d'acqua; tuttavia i fiumi della Campania sono sempre alimentati. Ciò dipende dal fatto che le precipitazioni vengono quasi totalmente assorbite dal terreno calcareo, di cui sono ricche le montagne; l'acqua, attraverso grotte, caverne e inghiottitoi scompare nell'interno della montagna, per poi venire restituita per mezzo di sorgenti che si trovano alla base dei monti. Nella Campania non si trovano grandi laghi; i piccoli esistenti hanno svariate origini. Vi sono laghi costieri (Lago Lucrino o Maricello, Lago del Fusaro, Lago di Patria), che sono costituiti da lagune costiere generalmente comunicanti col mare. I laghi craterici sono invece formati dai crateri di antichi vulcani: di questo tipo è il Lago d'Averno, nei Campi Flegrei, profondo 36 metri. Le sue acque presentano un singolare colore cupo a causa della fittissima vegetazione che ricopre le sue sponde. Gli antichi immaginavano che presso le sue rive fosse situato l'ingresso al mondo degli Inferi. Sono da ricordare infine i laghi di origine carsica, cioè laghi privi di emissari, che scaricano le loro acque attraverso inghiottitoi sotterranei. Di questo tipo sono il Lago Laceno e il Lago del Maltese, il più importante lago carsico italiano, la cui superficie oscilla dai 5 ai 6,5 kmq a seconda della portata dell'acqua dell'emissario. Data la natura calcarea del terreno, vaste zone della Campania presentano parecchie sacche (falde freatiche di acque sotterranee, accortamente sfruttate per l'irrigazione dei campi tramite un sistema di pozzi. Per quanto riguarda il clima, lungo il litorale è molto mite d'inverno e caldo ma ventilato d'estate. Anche nell'interno è piuttosto mite e poco piovoso, salvo nelle zone più elevate.

L'imponente cono vulcanico del Vesuvio

L'ECONOMIA

La Campania è ancora una regione prevalentemente agricola, anche se lo sviluppo industriale ha fatto notevoli progressi. I prodotti più importanti della regione vengono dall'agricoltura e precisamente dalla frutticoltura e dall'orticoltura. La fascia costiera, che va dal golfo di Gaeta e quello di Salerno, è una zona agricola molto fertile. L'abbondante produzione agricola di questa fascia è dovuta alla concomitanza di alcuni fattori: l'origine vulcanica del terreno, il clima mite e la buona irrigazione. Quest'ultima è infatti favorita dal fatto che la falda freatica, alimentata dall'acqua piovana immagazzinata dai rilievi calcarei, è situata a poca profondità ed è quindi facilmente raggiungibile. Le colture arboree ed arbustive sono presenti principalmente nelle zone collinari della Costa Amalfitana, della Penisola Sorrentina, di Capri e Ischia. A riprova della fertilità di questi terreni troviamo la Campania al primo posto nella produzione nazionale per quel che riguarda ciliegie, albicocche, nocciole, noci e fichi; al secondo posto per la produzione di pesche, susine, fragole e limoni; è inoltre la terza produttrice nazionale di arance. Nella pianura si coltiva soprattutto uva da tavola, ma dalle pendici del Vesuvio, anch'esse coltivate a vite, si traggono alcuni vini di pregio, come il Lacrima Christi. Lungo la fascia costiera e nella pianura circostante Salerno e Nocera si concentrano le coltivazioni intensive di ortaggi e legumi. La fertilità del terreno fa sì che la Campania occupi i primi posti nella produzione italiana con cavolfiori, fagioli, piselli, cipolle, cavoli, finocchi. Inoltre fornisce più di un quarto del raccolto nazionale di pomodori e patate. Nella produzione campana trovano posto anche alcune piante industriali, come il tabacco e la canapa. Nell'interno i terreni non sono più così ricchi, eccetto per l'olivicoltura, che dà buone risorse a livello nazionale. L'allevamento del bestiame vede al primo posto gli ovini e i caprini; seguono i bovini, che danno vita ad un'industria casearia abbastanza sviluppata e nota soprattutto per la produzione di provole e mozzarelle di latte di bufala. Anche la pesca rappresenta una discreta risorsa per la regione. I maggiori porti pescherecci sono quelli di Torre Annunziata, Torre del Greco e Pozzuoli; oltre al pesce è notevole anche l'allevamento di mitili. Nella Campania è presente oggi una gamma molto ampia di industrie: da quella manifatturiera a quella estrattiva, da quella ad alta tecnologia a quella a conduzione familiare. Data la ricchezza dei prodotti agricoli, è facile capire come le industrie alimentari abbiano assunto un notevole sviluppo. In questo settore numerose sono le industrie che, sfruttando l'abbondante produzione locale, operano nella conservazione e lavorazione della frutta, degli ortaggi e del pesce. Devono invece ricorrere ad approvvigionamenti esterni le molteplici industrie per la macinazione di cereali e la pastificazione. In Campania, specialmente di recente, si è discretamente sviluppata anche l'industria siderurgica: stabilimenti sorgono a bagnoli, Napoli, Casoria, Torre Annunziata. Ancora a Napoli, che del resto è il maggiore centro industriale della regione, è sviluppata l'industria della metallurgia, del piombo e dell'alluminio, nonché l'industria meccanica. Per quest'ultima, e più specificatamente per i cantieri navali, si segnala Castellammare di Stabia, mentre per l'industria automobilistica va ricordata Pomigliano d'Arco, che è anche uno dei maggiori centri italiani di costruzioni aeronautiche. Cementifici si trovano invece a Caserta e Salerno, mentre le cittadine di Forni e Vietri sul Mare vantano alcune vetrerie. Va inoltre segnalata l'industria chimica, presente a Bagnoli e a Napoli, dove si accentrano anche l'industria del pellame, mobilifici, cartiere e manifatture di tabacchi. La Campania vanta ancora alcune attività artigianali che, pur a carattere regionale, assumono una notevole importanza, come la lavorazione del corallo, l'intreccio della paglia, la fabbricazione di strumenti musicali (chitarre, mandolini, ecc.). Date le caratteristiche paesaggistiche e climatiche della regione, specialmente della zona costiera, è facile capire come il turismo rappresenti uno degli elementi più importanti della vita regionale. I numerosi turisti, tra cui molti stranieri, che giungono ogni anno in Campania sono richiamati dalle bellezze naturali di Ischia, Capri e della Costa Amalfitana, dall'interesse archeologico di Pompei ed Ercolano, dal patrimonio artistico di Napoli e delle altre città campane. Napoli è inoltre lo scalo ideale e il punto di transito delle comunicazioni tra il Centro-Italia e la Sicilia, fatto questo che serve ad incrementare ulteriormente il numero di turisti.

CENNI STORICI

Il nome Campani è antichissimo. Si ritrova infatti su monete coniate a Capua, città fondata dagli Osci, molto prima dell'arrivo dei Romani. La regione che costituisce la Campania attuale era abitata fin dal periodo paleolitico. Molto più tardi, mentre nella zona montuosa interna venivano ad insediarsi le popolazioni italiche dei Sanniti e ei Lucani, lungo le coste accoglienti si stabilirono gli Etruschi e i Greci. Questi ultimi esercitarono con la loro colonizzazione un'influenza enorme sulla regione campana, traccia che rimarrà attraverso i secoli. Le città di Pozzuoli, Napoli, Velia, Paestum, Cuma hanno tutte un'origine greca. I Romani iniziarono la loro colonizzazione nel 343 a.C.; Miseno, nei pressi di Pozzuoli, divenne la loro più grande base navale militare, Baia diventò la città balneare e termale più raffinata dell'antichità e Pozzuoli non tardò ad imporsi come il maggior porto mercantile del Mediterraneo, superiore alla stessa Napoli. Già da allora la Campania veniva scelta come luogo ideale di vacanze da molti patrizi romani, che fecero costruire le loro sontuose ville intorno al golfo napoletano. L'isola di Capri venne addirittura eletta a domicilio preferito dall'imperatore Tiberio. Crollato l'Impero Romano, la regione venne devastata dalle guerre tra Goti e Bizantini. Nel 570 d.C. la Campania cadde sotto il dominio dei Longobardi, ai quali si deve la creazione del ducato di Benevento (la fondazione della città risale invece a tempi anteriori a quelli romani). Circa due secoli più tardi, verso il 700 d.C., sorse il Ducato di Napoli, e il secolo seguente vide l'inizio della fortuna delle città marittime della regione. Sorrento, Napoli e soprattutto Amalfi furono delle potenze marine che si opposero lungamente alle scorrerie dei Saraceni. Poco dopo il Mille la regione vide l'insediarsi dei Normanni, che stabilirono a Salerno uno dei loro centri maggiori. Verso l'inizio del XIII sec. la Campania venne a far parte del regno di Federico II di Svevia. Fu dato nuovo impulso alle attività agricole e industriali e Napoli ebbe la sua prima università. Gli Angioini e gli Aragonesi, che si succedettero nel dominio della regione, favorirono soprattutto lo sviluppo della cultura e dell'arte. Dal 1442 al 1503, periodo in cui governarono gli Aragonesi, Napoli fu sede di una delle più sfarzose corti d'Europa. Dal 1503 al 1707 la Campania si venne a trovare sotto la dominazione spagnola. La regione declinò paurosamente sotto il suo malgoverno e la sommossa popolare guidata da Masaniello fu il culmine del malcontento generale. Dal 1707 al 1734 vi fu la dominazione austriaca, che non cambiò molto le cose; ma nel 1734, durante la guerra di successione polacca, Carlo di Borbone (imparentato con la casa regnante di Spagna) riuscì a sostituirsi agli Austriaci. Il sovrano borbonico abbellì di nuovi e sontuosi edifici la città di Napoli; fece costruire una splendida reggia a Caserta, ma si curò ben poco delle miserevoli condizioni in cui si trovavano le popolazioni, soprattutto quelle contadine. Neppure i suoi successori cercarono di porre rimedio a questo stato di cose. Dopo la troppo breve parentesi della Repubblica Partenopea del 1799 e della conseguente sovranità napoleonica (1806-1815), il Congresso di Vienna assegnò nuovamente la Campania ai Borboni. Questi seguirono fedelmente la politica di repressione dell'Austria e nella regione scoppiarono numerose rivolte di carattere mazziniano, che però non ebbero successo. La sua dominazione borbonica ebbe termine soltanto nel 1860-61 con la vittoriosa spedizione dei Mille. In quell'anno la Campania venne a far parte del Regno d'Italia e da allora la sua storia si identifica con quella della Nazione italiana.

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